Ritorno del punk nell'alta moda

Borchie,
piercing, capelli colorati. Il
punk è esploso negli anni '80 e ora
ritorna
delicatamente.

Gli anni '70 e gli anni '80 hanno rappresentato un periodo complesso, una fase di totali trasformazioni che hanno coinvolto non solo la politica e l'economia, ma anche l'arte e la moda, con un obiettivo comune: la tendenza verso il nuovo.

La moda rispecchia la società: non solo un insieme di vestiti, ma culto della contestazione. La silhoutte femminile ha l'aspetto della donna in carriera, mentre l'uomo preferisce una tenuta più confortevole e dalle linee morbide: il colore acceso e spregiudicato, appartiene comunque ad entrambi gli stili, come d'altronde la sobria eleganza minimal del fenomeno Armani che in questi anni dilaga in tutto il pianeta. Presenti anche le scene del glamour più fastoso: i modelli creati dagli stilisti per le serate di gala esclusive sono ricoperti da pailettes, lustrini e bottoni.Esempi per tutti gli accessori del made in Italy, le stravaganti e ormai storiche creazioni di Moschino.

Le strade,intanto, vanno popolandosi di nuovi pirati che non disdegnano certo di contaminarsi con l'oriente, il ricamo, le maschere della Commedia dell'Arte, il body building e via dicendo. Al numero 439 di King's Road, in un retrobottega di un negozio di vestiti usati, due menti geniali decisero di provare a sconvolgere il costume dell'intero globo: la trasgressiva mente creativa Vivienne Westwood e il suo giovane fidanzato Malcolm McLaren. I due, catturati da un'innata ed impressionante fantasia ed "appesantiti" da quella vorticosa ideologia post '68 di ribellione contro il sistema, inventado il fenomeno che incendiò gli anni '80:IL PUNK!

Una storia trascinante di una stilista che proprio alla storia resterà per aver saputo stravolgere,inquietare,addolcire,ridisegnare il codice artistico, specchio delle evoluzioni sociali, comunemente definito MODA. Il vocabolario definisce come "punk" un movimento giovanile nato nella seconda metà degli anni '70 che dimostra la propria protesta contro la società tramite un comportamento antico.

Uno stile che qualcuno ha definito ormai morto, ma che invece torna alla ribalta non solo nelle strade, ma anche sulle passerelle. Basta pensare a Raf Simons, l'apparizione dei suoi abiti, alla metà degli anni novanta, definiti da una silhouette stretta e lineare, indossati da modelli adolescenti non professionisti, mescolavano la tradizione della sartoria con le divise della gioventù ribelle di tutti i tempi, rappresentarono una svolta clamorosa nella ridefinizione dell'abito maschile. Tutt'ora lo stilista belga,ama gli abiti di taglio sartoriale ma con graffiate punk, costruzioni bondage, teschi e lamette. Anche la stilista canadese Maria Intscher, nonostante le sue collezioni siano per certi apsetti morbide e tenere, trae ispirazione dalla musica punk e rock. Il punk, quindi, da fenomeno di strada e abbigliamento "povero", nel XX secolo diventa di lusso.